L’auto connessa non è più fantascienza. Gli italiani ci credono, eccome. Anzi: sono pronti a vederla quanto prima sulle nostre strade. È quanto emerge da una ricerca condotta dall’Osservatorio Auto 2016 di Findomestic, su un campione di 8500 automobilisti (tutti acquirenti di vetture nuove nel corso degli ultimi 5 anni), appartenenti a 14 Paesi, suddivisi in 4 continenti. Fra questi, anche l’automobilista italiano, che sembra pronto a lasciare il volante per l’auto a guida autonoma. Una percentuale di tutto rispetto, il 65% – la media mondiale è del 55% – che crede nell’auto senza conducente, naturalmente sempre connessa.

“Il guidatore si aspetta, da una self driving car, sicurezza, consumi ridotti e ottimizzazione dei tempi di viaggio – ha spiegato Claudio Bardazzi, Responsabile dell’Osservatorio Findomestic – sono queste le peculiarità ricercate dal nostro consumatore. Ancor più interessante è capire come utilizzare il tempo a bordo di una vettura a guida autonoma. Il 40% degli italiani ritiene che l’auto potrà trasformarsi in uno spazio dedicato al divertimento, ma anche un luogo di aggregazione dove poter dialogare, in tutta libertà, con gli altri passeggeri”.

Insomma, l’auto senza conducente rompe gli schemi tradizionali: è destinata a cambiare e a trasformare radicalmente il concetto di spazio a bordo. Un ufficio su quattro ruote, un luogo dove lavorare, dialogare, connettersi a internet, senza la preoccupazione di rimanere con le mani sul volante. Tutto ruota intorno all’uomo e alle sue attività: uno spazio “human centric”.

Ma l’auto a guida autonoma non può prescindere dall’ “internet of things”: il 90% degli automobilisti, sempre secondo l’indagine condotta da Findomestic, fa della connettività di bordo uno strumento indispensabile. In Italia, oltre l’80% utilizza lo smartphone, a fronte di una media mondiale del 69%.

“La connettività apre anche nuove frontiere – ha precisato Bardazzi – come la pubblicità contestualizzata che fa tesoro dei singoli dati raccolti dal sistema Gps – ma se l’87% dei cinesi ambisce a ricevere informazioni ad hoc, da noi il 39% ritiene che l’intrusione pubblicitaria alla guida non sia gradita”.

Va da sé che il passo dalla vettura connessa all’auto a guida autonoma sembra, ormai, imminente: quasi il 70% degli italiani ritiene che possa diventare realtà entro i prossimi 5 anni.

“Quello che manca è la normativa – ci ha tenuto a precisare Antonio Cernicchiaro Vice Direttore generale UNRAE – per la guida senza conducente. Si devono considerare due macro aree: una legata agli aspetti tecnici omologativi, regolati da normative europee – e un’altra sulla responsabilità in caso di incidenti o di infrazioni. Sarà necessario avere a bordo comunque

un patentato? Verrà chiamato in causa il proprietario del veicolo o la Casa costruttrice? Tutti questi punti sono attualmente in fase di studio – ha concluso Cernicchiaro – e ci vorrà ancora qualche anno affinché diventino concreti e definitivi”.