Fiat Chrysler Automobiles ha riorganizzato le sue partecipazioni nel settore editoriale. La partecipazione del 16,7% in Rcs verrà distribuita agli azionisti nei prossimi mesi e la holding di casa Agnelli, Exor , ha indicato che non manterrà la partecipazione nella società (5%).

Itedi (La Stampa e Il Secolo XIX, controllata con il 77% da Fca ) verrà fusa con L’Espresso . Post fusione Fca distribuirà agli azionisti la quota del 16% del capitale del nuovo gruppo con una tempistica prevista nel primo trimestre 2017. L’operazione di riorganizzazione è positiva per Fca in quanto la diversificazione nel settore editoriale non è assolutamente centrale per il gruppo. La distribuzione di azioni Rcs per alcuni analisti dovrebbe valere 0,08-0,11 euro per ogni azione Fca .

“La notizia è positiva, ma di impatto marginale per Fca . Considerando che la quota del 16% detenuta nel nuovo gruppo editoriale dovrebbe avere un valore di circa 75 milioni di euro e che la quota del 16,7% in Rcs ai prezzi correnti ha un valore di circa 52 milioni di euro, gli azionisti di Fca riceveranno azioni delle due società editrici corrispondenti a una sola azione Fca del valore di circa 0,08 euro per azione, l’1,2% del prezzo attuale”, calcolano gli analisti di Icbpi.

Anche se entrambe le quote in Itedi e in Rcs non sono particolarmente significative nel valore stimato da Banca Imi di Fca , anche gli analisti di questa banca d’affari considerano l’uscita del gruppo dal settore media positiva in quanto indica l’intenzione della società di rendere la struttura più snella e completamente concentrata sul business automobilistico. “Questo potrebbe supportare meglio una potenziale aggregazione con altri produttori di automobili, in futuro, a nostro avviso”, aggiungono gli esperti di Banca Imi.

Opinione condivisa dagli analisti di Mediobanca Securities secondo i quali l’operazione annunciata ieri ha poco impatto in termini finanziari, ma strategicamente “segna un’ulteriore concentrazione del gruppo sul core business del mass market auto e, cosa piú importante, prepara ancor di più Fca per una fusione con un altro produttore di auto”.

Si segnala, in quest’ottica, che in un’intervista il ceo di Peugeot, Carlos Tavares, ha confermato l’interesse per alleanze, forte di una potenza di fuoco di 5 miliardi di euro di cassa netta e che i soci del gruppo francese sono aperti a tali discussioni, ma ha anche detto che non sono in corso colloqui sull’argomento con Fca .

“Psa-ex Faurecia ha investito 1,9 miliardi di euro nel 2015 e venduto 2,9 milioni di auto, l’azienda ha generato 3,8 miliardi di euro di free cash flow. Invece Fca ha investito 9 miliardi di euro e venduto 4,6 milioni di automobili; la sua generazione di free cash flow era praticamente pari a zero”, ricordano gli analisti di Banca Akros. Secondo il piano strategico, il capex (spesa per investimenti) di Fca sarà forte anche nel 2016 e nel 2017, mentre inzierà ad avere una forte generazione di free cash flow nel 2018.

“È chiaro che le due società sono in una diversa fase del loro ciclo di prodotto con gli investimenti di Peugeot a un livello molto basso e il capex di Fca invece al livello più alto di sempre; questo si traduce in una generazione di free cash flow differente e in diverse valutazioni di mercato. Per questo riteniamo che un merger con Psa in questo momento non abbia senso perché estrarre sinergie dal mercato europeo sarebbe molto difficile anche per la presenza del governo francese in Peugeot”, spiegano a Banca Akros.

A Piazza Affari al momento il titolo Fca sale dell’1,46% a 6,94 euro, invece Exor scende dell’1,29% a 30,72 euro. Icbpi ha confermato il rating buy sul titolo Fca con un prezzo obiettivo a 11,30 euro, lo stesso giudizio di Banca Imi che però ha un target price a 9,2 euro. Nel caso di Exor il rating è invece hold con un target price a 46 euro. Mentre Mediobanca copre Fca con un rating outperform e un target price a 10 euro e Banca Akros con accumulate (target price a 10 euro).